La Sindrome dell’intestino irritabile, chiamata anche IBS (Irritable bowel syndrome), è una malattia funzionale dell’intestino con un’alta prevalenza nella popolazione, un’eziologia multifattoriale e una dubbia efficacia della terapia convenzionale.
Caratterizza oltre il 50% delle richieste di visite specialistiche gastroenterologiche secondo la International Foundation for Functional Gastrointestinal Disorders e colpisce il 15% della popolazione americana (i dati parlano dal 3 al 20%) anche se, secondo altre fonti, è il 25% della popolazione dei paesi industrializzati a manifestarne la sintomatologia tipica. Ha una prevalenza del 5% in Italia con un coinvolgimento prevalente delle donne rispetto agli uomini (il doppio) secondo i Criteri di RomaIV e un’età di insorgenza entro i 50 anni nella maggior parte dei casi.
La sindrome dell’intestino irritabile è un disordine della funzione intestinale, ora chiamato disordine dell’interazione dell’asse intestino cervello, in inglese DGBI (disorders of gut–brain interaction), senza alterazioni organiche patogenetiche alla base. È classificata tra i disturbi funzionali digestivi dall’International Classifications of Disease (ICD-10) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
I suoi sintomi sono dolore addominale ricorrente almeno 1 giorno a settimana negli ultimi 3 mesi continuativamente (ma insorti da almeno 6 mesi per la prima volta), associato a due o più dei seguenti sintomi:
È da distinguere dalle malattie infiammatorie croniche intestinali quali il Morbo di Crohn e la Colite ulcerosa che presentano un substrato patogenetico a carattere prevalentemente infiammatorio e altri sintomi, quali il sanguinamento, entrambi non presenti nell’IBS.
Il sintomo principale della Sindrome dell’intestino Irritabile è il dolore addominale spesso associato ad un miglioramento o un peggioramento correlato al momento della defecazione. Altri sintomi frequentemente associati sono meteorismo e tensione addominale che si possono accompagnare a sintomi facenti parte della sindrome o concomitanti ad essa quali: malattia da reflusso esofageo, ansia, stress, tensione psicosomatica, depressione, dolore cronico, disuria.
La causa della Sindrome dell’Intestino Irritabile è ancora oggi non nota ma dipendente da una moltitudine di fattori che coinvolgono l’intera rete PNEI (psiconeuroendocrinoimmunitaria):
Fondamentale è la diagnosi differenziale che permette di escludere possibili cause organiche primarie quali:
Per l’ICD 10 è un disturbo intestinale funzionale classificato come disorders of gut–brain interaction. Per i criteri di Roma IV è distinta in quattro sottotipi:
La terapia farmacologica convenzionale, una volta escluse altre possibili cause organiche che prevedono differente trattamento, si basa prevalentemente sull’utilizzo di spasmolitici, ansiolitici, antidepressivi, antagonisti recettoriali 5-HT3/4 e antibiotici con dubbi risultati terapeutici oltre ai farmaci lassativi e antidiarroici e antidolorifici utilizzati nella gestione della sintomatologia.
All’interno della terapia integrata per la sindrome dell’intestino irritabile un posto di rilievo lo occupa la fitoterapia con alcune piante che già le medicine tradizionali utilizzavano per il riequilibrio dell’apparato gastrointestinale. Tra queste ci sono delle piante di comprovata efficacia secondo alcune review reperibili in letteratura come la menta, il carciofo e la curcuma e delle altre che ancora sono in fase di validazione scientifica ma con una importante storia prescrittiva nell’uso tradizionale come la boswelia. Data la patogenesi multifattoriale, gli autori di due review sostengono la miglior efficacia dei preparati fitoterapici con l’associazione di più droghe rispetto ai rimedi con droga singola.
La Fitoterapia Psicosomatica viene in sostegno al paziente affetto dalla Sindrome dell’Intestino Irritabile tramite il sostegno di 3 risorse psicosomatiche che possono essere carenti: la risorse bianca del radicamento (che rinforza il benessere corporeo tramite la serotonina spesso in disequilibrio nell’IBS e nei sintomi psicosomatici correlati quali depressione e ansia), la risorsa nera della pace e del lasciar andare (che permette un’azione analgesica e rilassante mediata dal sostegno di endorfine e del GABA) e infine della Risorsa Verde della cura (la risorsa che a livello energetico è più necessari a quei pazienti che hanno bisogno di prendersi cura della loro pancia e ascoltarla al fine di poter lasciar andare quel richiamo del dolore).
L'omeopatia è un sistema di medicina alternativa basato sul principio della similitudine.
Il concetto fondante l'omeopatia è infatti quello di trattare i sintomi di una malattia con piccole dosi di sostanze che, se somministrate a dosi più elevate, produrrebbero sintomi simili in individui sani.
La fitoterapia è una pratica millenaria che utilizza le piante per migliorare la salute delle persone.
Fondata sull'impiego di estratti vegetali, tratti da piante curative, la fitoterapia mira a supportare il paziente nel suo percorso di guarigione.
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