La tiroide è una ghiandola endocrina situata alla base del collo, a forma di farfalla, che svolge un ruolo fondamentale nella regolazione del metabolismo e di molte funzioni vitali.
Produce due principali ormoni, la Tiroxina (T4) e la Triiodotironina (T3), che influenzano il consumo energetico delle cellule, il ritmo cardiaco, la temperatura corporea e il mantenimento dell’equilibrio metabolico. Questi ormoni sono prodotti sotto il controllo dell'ormone tireostimolante (TSH) secreto dall'ipofisi, una ghiandola situata alla base del cervello.
La tiroide è coinvolta anche nella crescita e nello sviluppo, soprattutto a livello neurologico, e ha un impatto sulla riproduzione. Il buon funzionamento della tiroide è quindi essenziale per mantenere l'equilibrio fisiologico dell’organismo. Alterazioni della funzione tiroidea, come l’ipertiroidismo o l’ipotiroidismo, possono portare a numerosi disturbi metabolici, influenzando il benessere fisico e mentale.
Secondo Epicentro, sito di riferimento dell’Istituto Superiore di Sanità, le patologie tiroidee interessano circa 6 milioni di italiani, rendendo l’ipertiroidismo la seconda malattia endocrina dopo il diabete.
Tra queste condizioni, la tiroidite è una patologia infiammatoria che può manifestarsi in diverse forme, come la tiroidite di Hashimoto (autoimmune) o la tiroidite subacuta.
Le disfunzioni tiroidee possono influire sul benessere generale e portare a sintomi quali affaticamento, aumento o perdita di peso, nervosismo e problemi metabolici, coinvolgendo sia uomini che donne, ma con una maggiore prevalenza femminile.
Le cause della tiroidite variano a seconda del tipo.
La tiroidite di Hashimoto, una delle forme più comuni, è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca la tiroide, causando progressivamente ipotiroidismo.
Altri tipi di tiroidite, come la tiroidite subacuta, possono essere provocati da infezioni virali o da stress severo.
Fattori come la predisposizione genetica, l’apporto insufficiente di iodio, infezioni e stress cronico possono influenzare l'insorgenza della patologia. Uno squilibrio ormonale nella produzione di T3 e T4, influenzato dal TSH (Thyroid Stimulating Hormone) prodotto dall'ipofisi, è spesso alla base della sintomatologia.
I sintomi della tiroidite variano in base al tipo e allo stadio della malattia.
Nella fase di ipertiroidismo, possono manifestarsi ansia, irritabilità, palpitazioni e perdita di peso.
Nella forma di ipotiroidismo prevalgono sintomi come affaticamento, aumento di peso, intolleranza al freddo, perdita di capelli e secchezza della pelle. In alcuni casi, la ghiandola tiroidea può anche gonfiarsi, formando un gozzo visibile.
Le patologie tiroidee sono tra quelle condizioni che possono prevedere una terapia farmacologica a vita che sostituisce la funzione della ghiandola tiroidea, situazione che avviene sia in alcuni casi di iper che di ipotiroidismo.
Queste condizioni possono spingere i pazienti a ricercare altre possibili strategie di intervento che li portano ad esplorare quali sono le possibili altre chiavi di lettura delle patologie tiroidee e quindi gli altri possibili approcci terapeutici “alternativi” o “complementari”.
La medicina psicosomatica riconosce una connessione stretta tra stress, infiammazione e disfunzioni tiroidee, in particolare nella tiroidite di Hashimoto.
Lo stress cronico può aggravare l'infiammazione della tiroide attraverso l’iperattivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, responsabile della produzione eccessiva di cortisolo. Questo stress può anche influire negativamente sulla salute intestinale, contribuendo alla permeabilità intestinale (leaky gut), un fattore considerato scatenante nelle malattie autoimmuni, inclusa la tiroidite.
La disfunzione tiroidea può compromettere l'assorbimento di nutrienti essenziali come iodio, selenio, ferro e vitamine del gruppo B. Questi elementi sono fondamentali per il corretto funzionamento della tiroide e il mantenimento dell'equilibrio ormonale. La carenza di selenio, in particolare, è legata a una ridotta capacità di conversione dell'ormone T4 in T3, l'ormone tiroideo attivo.
Anche la vitamina D e il magnesio svolgono un ruolo chiave nel supporto del sistema immunitario e nella riduzione dell'infiammazione.
L’approccio della Fitoterapia Psicosomatica è quello di facilitare l‘individuazione della terapia per gestire il sintomo dell’ipertiroidismo e dello stress ad esso correlato e al contempo sostenere le risorse interne (chiamate in FP Sistemi Psicosomatici Essenziali) secondo il bisogno percepito dal paziente nel momento presente.
Lo stress è infatti un fattore prognostico negativo e di peggioramento dell’ipertiroidismo e non si può quindi escludere nella diagnosi e nella terapia del paziente con questo quadro clinico la componente psicosomatica.
Quali sono dunque le piante più indicate per sostenere il paziente gestendo i suoi sintomi da stress, l’ipertiroidismo correlato e rinforzando le sue risorse interne?
Questo dipende naturalmente dall'anamnesi patologica personale, ma le piante solitamente utilizzate sono quelle a sostegno dei Sistemi Psicosomatici Essenziali (SPE) del Piacere e del Potere (regolati rispettivamente dalla serotonina e dal testosterone), della Presenza e Concentrazione mediato dalla noradrenalina, della Pace-Endorfina e Gioia-Dopamina con un effetto psicosomatico ben bilanciato.
Ad oggi non ci sono sufficienti dati per delineare dei principi di intervento con la fitoterapia nel disturbo tiroideo sia da insufficienza che da iperfunzionamento tiroideo.
Ciò che però non dobbiamo dimenticare è lo stress e le piante che vanno ad agire su questa componente importante soprattutto nella patologia da ipertiroidismo.
Diverse piante possono infatti offrire un sostegno integrativo nella gestione della tiroidite, soprattutto nelle fasi iniziali.
Tra queste, alcuni rimedi utili includono:
Withania somnifera (Ashwagandha)
Nota per aumentare i livelli di T4 e ridurre l’infiammazione, oltre ad avere effetti adattogeni che aiutano a ridurre lo stress.
Bacopa monnieri
Questa pianta ha dimostrato di aumentare i livelli di T4, migliorando la funzionalità tiroidea.
Melissa officinalis
Oltre ad avere un effetto calmante sul sistema nervoso, è stata utilizzata in studi preliminari per ridurre la produzione di TSH, con possibili benefici nell’ipertiroidismo lieve.
Lycopus europeus
Agisce sulla regolazione della tiroide, riducendo la produzione di T3 e T4, utile nella gestione dell’ipertiroidismo.
La tiroidite è una patologia complessa che richiede un approccio olistico nella gestione dei sintomi.
La fitoterapia, integrata con la medicina convenzionale, può aiutare a modulare la funzione tiroidea e sostenere l'organismo nel ridurre lo stress e migliorare il benessere generale.
La scelta di piante efficaci può offrire benefici a livello antinfiammatorio, tuttavia è essenziale consultare un medico specializzato o un fitoterapeuta per personalizzare il trattamento e garantire la sicurezza dell'integrazione fitoterapica, soprattutto in caso di tiroidite autoimmune o cronica.
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